sabato 29 marzo 2014

Domeniche lavorative? no grazie

In un periodo in cui la crisi ha portato via migliaia e migliaia di posti di lavoro suona un po' male lamentarsi del proprio lavoro. Ma io lo farò lo stesso. Mio marito ha un negozio in un centro commerciale,  una tabaccheria a conduzione familiare. Dopo l'entrata in vigore della legge Monti per la liberalizzazione degli orari. Sono costretti a lavorare 363 giorni l'anno. Sono chiusi solo per Santo Stefano e Capodanno. I sostenitori delle aperture selvagge quando gli viene fatto notare che anche quelli costretti a lavorare hanno una famiglia rispondono che comunque esiste il giorno libero infrasettimanale. Questo vale per le catene di negozi ma non per quelli familiari.  E poi il giorno libero infrasettimanale non è mai paragonabile alla domenica. Cosa dovremmo fare? Lasciare a casa i bambini dall'asilo (che paghiamo come tutti e nel caso del nido sono 500 euro al mese al comunale) o dalke scuole e prendere giorni di ferie solo per andare a fare un pic nic o un pranzo in famiglia? Con vari sacrifici mio marito riesce a stare a casa una domenica al mese, dico una sola. Mi capita di portare i bambini a fare colazione col padre la domenica mattina e rabbrividisco vedendo famiglie tristi che trascinano i bambini in un centro comerciale in giornate di sole... e penso a quanto piacerebbe a me poter passare una giornata all'aria aperta tutti insieme.  
Ma c'è davvero bisogno di tenere tutto aperto 7 giorni su 7 dalle 8.30 alle 21? Fino a 2 anni fa come facevamo? 1 o 2 domeniche al mese non erano sufficienti?  Soprattutto nel periodo estivo? Anche perché quando era iniziata l'attività erano previste normali domeniche di chiusura e nessuno poteva prevedere di non poter piú permettersi un pranzo in famiglia. 
Forse questo è lo sfogo di una mamma egoista, ma dovremmo riflettere su come l'incremento dei costi (tenere aperto nei festivi aggrava di molto le spese) si rifletta inevitabilmente sui prodotti che andiamo a comprare. In un periodo di contrazione dei consumi non crederanno mica che la gente compri di più?  Semplicemente fanno la spesa la domenica e il lunedì i negozi sono vuoti.
Sarò egoista ma pensate al battesimo dei vostri figli o al loro compleanno... al battesimo del mio mancavano gki zli chr sono dovuti rimanere a lavorare.

mercoledì 26 marzo 2014

Non siamo mica tutte Belen!!!

Proprio ieri ho visto l'ennesimo #selfie della Satta che mostrava fiera il suo "pancione". "Pancione??? Ma quale pancione?!?!? Quella al massimo è la pancia che mi ritrovo io dopo il pranzo di Natale non a 3 settimane dal termine!!! Ecco io sono stufa di vedere queste foto in giro! Nessuna dopo una settimana dal parto ha la pancia piatta come quella che aveva Belen, nessuna dovrebbe tornare a lavoro a due giorni dal parto come la Hunziker. No questo non può essere il modello di mamma. Ovvero non è il modello di mamma nel quale mi riconosco.  Le mamme che conosco io, non tornano in forna in una settimana,  non rientrano a lavoro dopo 3 giorni e soprattutto non escono di casa sempre perfette! Da quando ho avuto il primo figlio mi ritrovo ad uscire quasi sempre in disordine,  spesso mi accorgo che i miei vestiti sono macchiati di pappe. Nessuna mamma dovrebbe poi aver fretta di tornare a lavorare a meno che non si trovi in una situazione economica di necessità.  Cosa ne è stato delle lotte per ottenere il congedo di maternità retribuito?!? Io non sono come le Vip del teleschermo, mi sono rimasti chili e smagliature,  un seno provato dall'allattamento. I segni dell'essere mamma li porto addosso, come le occhiaie di chi ha due figli sotto i due anni. Agli occhi dei miei figli però sono la mamma piu bella del mondo. È chiaro che a sei mesi dalla nascita della mia seconda bimba cercherò di tornare in forma... perché non sono solo madre, sono una donna e compagna di vita di un bellissimo uomo.

martedì 25 marzo 2014

E ora?!?!

Un attimo fa ero una single in carriera con una vita sociale frenetica. Quella era la mia vita, insomma 10 anni di vita da sola non sono pochi. Un appartamento di 50 mq in centro e un centinaio di paia di scarpe. La mia anima gemella era Sergio Rossi. Poi arriva lui. Certo ci conoscevamo da qualche anno ma niente di più.  E per i festeggiamenti di un mio cambiamento lavorativo scatta qualcosa. Nel giro di un anno abbiamo deciso che volevamo un figlio. Lo chiamavamo Fosco. E lui è arrivato subito. Nemmeno il tempo di riprendersi e rientrare a lavoro ed ero incinta di nuovo! O mio Dio!!!! E chi se l'aspettava? Ed eccola a distanza di 16 mesi dal primo parto è arrivata anche la femmina. Ora sono qui sommersa di pannolini, una mamma disorganizzata e strampalata. E la vita in famiglia è frenetica e assonnata. Ma ci divertiamo... sicuramente non ci si annoia!